Non seguiremo il festival della canzonetta italiana. Non ci è mai interessato. Non rappresenta i nostri gusti musicali e non capiamo il perché della presenza di cantanti che usano l'autotune.
Ogni anno restiamo un po' più perplessi. Quando guardiamo la lista dei cantanti che parteciperanno a quel festival ci viene l'orticaria. Molti nomi, pur essendo conosciuti, a noi non comunicano niente. Non danno alcuna emozione e cantano - spesso stonati - di argomenti che non ci interessano proprio. Non consideriamo il tutto neppure musica. Non troviamo elementi di attrazione.
Abbiamo una idea assolutamente diversa di musica, canzoni, impegno, contenuti. Cantanti, ovviamente non sono tutti, che cantano con l'autotune non ci interessano. Cantare con un software che corregge le intonazioni (e le stonature) non lo reputiamo "cantare". Studiare canto e musica dovrebbe essere alla base dell'attività di "cantante".
Questi dettagli non interessano ai giovanissimi fans di questi "artisti" ma si sa che una generazione ignorante come la Generazione Z (in ogni settore artistico dal cinema alla letteratura, dalla musica alla pittura, dalla scultura al teatro) non si era mai vista.
Il festival in questione, per fortuna, propone anche altri cantanti e altri modelli cuturali che però - in tutta onestà - a noi non interessano. Siamo rimasti ancorati a gente che aveva qualcosa da dire e che contestava davvero.
La canzonetta d'amore, che ricalca ancora certi modelli dei trovatori francesi del '200 e degli Stilnovisti (se non sapete di cosa si parla andate a studiare), non ci piace. Gente che supera i 50 anni che canta ancora amori adolescenziali non ci attrae e non sentiamo il bisogno di storie d'amore da fanciulli.
Non faremo gli snob come tanti che si arrogano il diritto di dirvi cosa fare. Non vi diremo di piazzarvi davanti la tv o di andare al cinema o di fare altro.
Vi piace il festival? Guardatelo pure.
Leonida
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